Il lavoro in ambiente socio sanitario è stimolante e capace di regalare grandi soddisfazioni. Il processo di cura e assistenza fornito da personale ASA, infermieri ed Animatori passa da una forte predisposizione ai rapporti umani, capacità di creare fiducia e condivisione con gli ospiti delle strutture. Dalle loro necessità sanitarie alla ricerca di punti di riferimento umani. A Fondazione Ospedale della Carità il personale si racconta, parlando di soddisfazioni, ambizioni e ideali.
Infermieri per gli anziani
L’équipe infermieristica che opera ad Ospedale della carità di Casalbuttano, intervistata, insiste su un punto chiave della professione: il rapporto umano.
“Non è come in ospedale, dove non c’è abbastanza tempo per entrare in contatto con i pazienti” dice Camilla, da poco impegnata in Fondazione, “qui il paziente affronta una degenza lunga, dunque ci si conosce, si condividono momenti. Questa è casa loro, quindi l’aspetto umano è prevalente rispetto alle tempistiche che si vedono in ospedale”.
Le fa eco Arianna con parole simili: “È come lavorare in famiglia, proprio per il rapporto di fiducia che si crea. Non serve solo la professionalità, ma anche il sorriso, la disponibilità a fare quattro chiacchiere con l’ospite. Serve empatia, disponibilità al colloquio, ma anche la capacità di non farsi impressionare e riuscire ad affrontare il rapporto con la morte”. Gli infermieri in RSA somministrano terapie e lavorano in stretto contatto con l’équipe medica e fisioterapica in un’ottica di una presa in carico globale del paziente. Ma sono anche osservatori dell’anziano, punto di riferimento e di contatto con le famiglie al fine di soddisfare le esigenze più disparate. Il lavoro nei reparti si articola in turni: mattina, pomeriggio o sera. “Riusciamo a coprire bene i reparti e a seguire i nostri ospiti” continua Camilla “e non ci si annoia…in alcuni momenti si deve correre!”
Personale ASA; la base del lavoro nel socio sanitario
Il personale Asa può essere definito la spina dorsale di qualsiasi RSA. Si occupa dell’assistenza all’anziano a 360°, cura della persona, della pulizia degli ambienti e della somministrazione dei pasti. Anche in questo caso, spicca il rapporto che si viene a creare con l’ospite: “Noi ci occupiamo dei loro bisogni primari” spiega Giulia, alla sua prima esperienza lavorativa come ASA proprio in Fondazione, “quindi banalmente dovendo occuparci della loro igiene personale non possiamo che sviluppare un rapporto stretto e confidenziale. Giochiamo, scherziamo, facciamo loro compagnia”.
“Ti danno molto a livello affettivo” dice Siria “si parla molto e si impara quindi a conoscerli. Fisicamente il lavoro è impegnativo, ma io vada a casa felice“. Essere pazienti è uno dei punti cardine sui quali si costruisce la professione. “Hai a che fare con persone con patologie, sentimenti ed emozioni diverse” conclude Ciro “Tuttavia lavorando sempre negli stessi reparti le relazioni diventano profonde e durature”.
Il percorso per diventare ASA passa da un corso professionalizzante specifico, lo svolgimento di tirocini per poi essere assunti da strutture come Fondazione. “È un lavoro fisicamente impegnativo, con tante difficoltà e dove serve molta pazienza. Ma le persone che curi hanno una storia dietro, che impari a conoscere e quindi ti affezioni, un po’ come se fossero i tuoi nonni” spiega Georgia “I turni possono essere un po’ faticosi, ma in Fondazione la distribuzione del carico di lavoro mi pare ottima, il personale è a sufficienza e il contratto uno dei migliori del territorio“.
Animatori per la terza età
In RSA l’animazione è un punto essenziale, in quanto permette agli anziani di divertirsi e distrarsi durante le loro lunghe giornate. Parliamo con Valeria che racconta come sia le attività di gruppo che quelle individuali, agiscano sulla stimolazione cognitiva e il mantenimento dell’attività motorie, sviluppando la relazione con l’ospite. Sono inoltre strutturate con il coinvolgimento di associazioni e realtà del territorio.
“C’è spesso un pregiudizio nel lavorare con gli anziani, si pensa a persone tristi ed abbattute. In realtà lavorando con loro scopri un mondo, ne acquisisci la cultura ed il sapere. Proprio per questo a chi si approccia alla professione dico: guardate alla loro bellezza, a quello che possono darci. Se pensi all’anziano come un arricchimento per te, il modo di lavorare con loro cambia radicalmente. L’attività di animazione porta anche a riattivare in loro passioni di gioventù, e quando questo accade li vedi rinascere”.
In conclusione
Un lavoro tendenzialmente impegnativo, ma assolutamente gratificante. Quello che emerge dai racconti dei nostri collaboratori racconta come la professione nel socio sanitario non sia unicamente un lavoro, ma un mondo di relazione ed affetti che si aprono e che coinvolgono le persone nel profondo.
Lavorare nel settore socio sanitario rappresenta non soltanto una certezza occupazionale, ma anche un’occasione di crescita professionale ed umana. Fondazione Ospedale della Carità ricerca professionisti (Medici, Infermieri, Fisioterapisti, ASA, Animatori, Amministrativi) motivati a lavorare in équipe, dotati di competenze tecniche e relazionali, che mettono entusiasmo e passione nel loro lavoro quotidiano.
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